“Nato nel 1950 è arrivato alla terza generazione. Un locale bello, accogliente, luminoso, con una veranda panoramica sulla scogliera. Una cucina di mare e non solo tutta da scoprire, anche per i residenti del litorale”
La rinomata rivista cittadina descrive il Moro a 360°, raccogliendo sfaccettature e rivisitando i passaggi decisivi di una storia lunga più di 70 anni.
In apertura ampio spazio alla location, descritta così:
“Quando si entra all’interno si viene subito pervasi da un senso di meraviglia. Un locale bello, moderno, pieno di luce, arredato con gusto, tavoli distanziati, sedie comode e una veranda sul mare da sogno. Il Moro ti conquista subito, senza nemmeno aver bisogno di assaggiare un piatto. Accogliente, come lo sono i suoi gestori, Simone e Stefania, marito e moglie, terza generazione di ristoratori”, per poi passare alla storia del Ristorante:
“Tutto inizia con Angelo Tucciarone, “il Moro”, come veniva chiamato per il colore della sua pelle bruciata dal sole. Come tanti pescatori arriva da Minturno, si stabilisce a Fiumicino e si dedica alla cattura, con piccole reti Extra 55 e nasse, di crostacei, seppie, mazzancolle. Angelo è intraprendente e dopo la guerra apre un piccolo chiosco dove vende il pescato freschissimo mentre la moglie, Maria Ciaraldi, comincia a fare qualche spaghetto per i turisti che vengono al mare nel fine settimana. È l’inizio dell’avventura…”.
Gli anni passano ed il Ristorante si evolve, adottando un modus operandi preciso e con obiettivi chiari:
“Prima per il Covid ma poi come filosofia di accoglienza, abbiamo deciso di ridurre il numero – spiega Simone – cento persone all’interno e sessanta nella veranda coperta. Posti distanziati, maggiore privacy, ma soprattutto la possibilità di seguire meglio la clientela curando ogni piatto”. La qualità invece della quantità, una scelta precisa.
Un presidio di eccellenza ed opportunità per un intero territorio, con uno sguardo privilegiato sui giovani, provando – cioè – a valorizzarne al meglio le qualità:
“Abbiamo investito tanto nella formazione e nella qualità – spiegano insieme Stefania e Simone – inserito nello staff chef e personale giovane con voglia di creare, crescere e realizzarsi”.
In allegato l’intero articolo in formato pdf: